Tomba del tuffatore - l'arte funeraria nella storia -#paestum



Si tratta di una tomba a cassa, costituita da cinque lastre calcaree in travertino locale che si presentavano fra loro  interconnesse e stuccate. Il pavimento della cassa era costituito dallo stesso basamento roccioso su cui era realizzata la tomba.
Le pareti del manufatto e la stessa lastra di copertura, sono interamente intonacate e decorate con pittura parietale di soggetto figurativo, realizzata con la tecnica dell'affresco.
Gli oggetti di corredo, hanno permesso la datazione al decennio compreso tra il 480 e il 470 a.C.
Il manufatto risale all'epoca aurea dell'arte pestana.
Le scene simposiache sono correntemente interpretate come un convivio funebre. Un'interpretazione simbolica, quale emblema di un trapasso ultraterreno,
si presta bene a denotare la scena del tuffo. La piattaforma da cui si slancia il tuffatore allude forse alle pulai, le mitiche colonne poste da Ercole a segnare il confine del mondo, assurte a simbolo del limite della conoscenza umana.
Lo specchio d'acqua, secondo la stessa opinione dello scopritore, con il suo orizzonte curvo e ondulato, rappresenterebbe quindi il mare aperto e ondoso. La posa atletica, così ravvicinata al piedistallo da far sembrare il tuffo un sorvolo,
simboleggerebbe il transito verso un mondo di conoscenza: un orizzonte diverso da quella della conoscenza terrena cui un giovane greco accede secondo le convenzioni e le esperienze esemplificate nelle pratiche simposiali: l'abbandono al vino, all'eros, all'arte, sia essa musica, canto o poesia.

Commenti